
Muggia
I primi insediamenti umani sulla penisola muggesana (geologicamente è formata da un alternarsi di stratificazioni marnoso – arenacee) risalgono all’età del bronzo intorno al 1600 a.C. Ne sono testimoni i resti dei castellieri protostorici posti sui colli di Muggia Vecchia e Santa Barbara. Nel 177 a.C. iniziò la conquista Romana dell’Istria (con un primo sbarco che si svolse presumibilmente nella vicina pianura di Zaule). Seguirono dopo alcuni secoli le invasioni barbariche che determinarono la riunione delle genti della zona nel castrum quod dicitur Mugla posto sul colle di Muggia Vecchia, che i re d’Italia Ugo e Lotario nel 931 donarono al Patriarca di Aquileia. La terra di Muggia era ricca di viti ed olivi, possedeva buona pietra arenaria, era circondata da un mare pescoso e la costa più interna del vallone era plasmata in modo da favorire l’:insediamento di ampie saline che, fino al 1929 circa, furono la maggior fonte di prosperità e ricchezza per la cittadina. Con una netta ripresa dei traffici commerciali dopo l’anno 1000, si sviluppò a valle una nuova cittadina; essa soppiantò lentamente quella posta sul colle, della quale rimane la vecchia basilica dai stupendi affreschi bizantineggianti. In un continuo alternarsi di legami d’amicizia, miranti in definitiva a conservare una propria velata autonomia, la cittadina, caduto il potere temporale dei patriarchi nel 1420, passò in quell’anno alla Repubblica di Venezia di cui condivise le sorti fino alla sua caduta nel 1797. Dopo un quindicennio d’instabilità politica dovuta alle alterne fortune di Napoleone Buonaparte, Muggia, prima cittadina dell’Istria settentrionale, entrò a far parte dell’Impero Asburgico; così fino al 1918. Alla fine della seconda Guerra mondiale, dopo l’occupazione tedesca e poi iugoslava e poi anglo-americana, ritornò a far parte del territorio nazionale nel novembre 1954.
Dopo la chiusura delle saline (1929 circa) si ebbero alcuni decenni di profonda crisi economica che si risolse con l’apertura del Cantiere Navale in località San Rocco. L’industria navale, rimasta un insostituibile punto di riferimento per l’economia locale fino agli inizi degli anni settanta, è stata ora completamente soppressa rilanciando l’economia della zona in un nuovo periodo di crisi che, forse, con la piccola industria ed un ragionato turismo, potrà trovare una soddisfacente soluzione.
Dott. Franco Stener

L’Associazione
Mentre alternavo dei brevi tratti di corsa con altri di recupero a passo lungo, cercavo di tenere occupata la mente pensando a come iniziare il mio intervento da inserire nel libro programmato per il decimo anniversario di Cuore Amico-Muggia e a come strutturare questa pubblicazione, tanto desiderata dal socio Giuseppe Bertotti. Arrivato a Punta Sottile, mi apparve chiara nella mente la tanto agognata “ispirazione”, che poi ripetei mentalmente all’infinito sulla strada del ritorno, per non dimenticarla. Fu un inizio appropriato, forte e pregno di sentimento, che ogni tanto rileggo; dopo dieci anni lo ritengo ancora valido ed attuale. Sì perché, da allora, son trascorsi già dieci anni ed eccomi qua a contribuire nuovamente, con civico orgoglio, alle manifestazioni per il ventesimo anniversario di questa esemplare associazione muggesana.
Cuore Amico-Muggia, un gioiello di grande valore e come tale dobbiamo tenerlo in gran conto. Se dieci anni fa iniziai il mio intervento riflettendo su: ”Quanto bene vogliamo al nostro cuore se arriviamo a chiamarlo “dolce-e-amico“, ora non posso esimermi dall’iniziare con una considerazione altrettanto piena di significati, considerando l’opera svolta in questo secondo decennio da un’associazione tanto particolare e specialistica nei suoi obiettivi com’è Cuore Amico –Muggia. Se i padri fondatori son riusciti a costruire non una semplice casa, ma un vero e proprio grattacielo nel nome di un bene a tutti particolarmente caro com’è “la salute”, cosa rara in una Muggia per tradizione bellicosa e frazionata, bisogna dar merito a chi ha saputo amministrare con oculatezza e lungimiranza questo bene comune nel secondo decennio.
Sull’esperienza triestina, che proponeva a livello nazionale la prima associazione di cardiopatici (Circolo Sweet Heart) con l’assemblea costitutiva del 4 marzo 1978, un buon numero di utenti ed interessati muggesani decideva in seguito per la soluzione autonoma, che iniziò ufficialmente il 14 novembre 1989 al cospetto del notaio Aramis Giorgio Bedeschi. Anno dopo anno fu un continuo crescendo di iniziative atte a sensibilizzare la popolazione sulle problematiche cardiologiche, in particolare nell’ottica della prevenzione, creando importanti collegamenti tra i circoli analoghi, che via via si andavano costituendo e l’esemplare équipe medica specialistica, che a Trieste consolidava gli obiettivi raggiunti. In questo esaltante procedere, Cuore Amico-Muggia ha avuto un ruolo da protagonista, che va mantenuto vivo con il mutare dei tempi, perché una tale mole di lavoro svolto, non può andare né perduta, né dimenticata. Investito da questo impegno civico e sollecitato, come dieci anni fa, dal Giuseppe Bertotti, che continua a seguirci dalla sua attuale residenza di Martignacco, ho ritenuto doveroso lasciare una traccia del secondo decennio di vita dell’Associazione. Una pubblicazione facile da leggere attraverso le numerose foto, che parlano da sé delle molteplici e variegate attività dell’associazione; nello stesso tempo ho voluto affiancarle con quelle tracce di storia
sociale, tratte da documenti, verbali e dall’annuale pubblicazione, che il sodalizio propone dal 2003 grazie alla lungimiranza di Rosamaria Cannas, con la quale ho realizzato questa proposta editoriale, in modo da lasciare una solida traccia storica per gli addetti ai lavori. Non ho riproposto quanto già scritto nel volume del decennale, affinché quest’opera abbia il ruolo di continuità logica, che va ad integrarsi alla prima, costituendo il tramite per quella, che dovrà raccontare l’impegno del terzo decennio.
Dott.Franco Stener
Direttore responsabile
“Cuoreamicoinforma”
Tratto dall’edizione “20 anni di Cuore Amico”