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Progressi 2017 della ricerca collaborativa fra ICGEB e cardiologia del Polo Cardiologico di Cattinara

(Foto: Prof. Gianfranco Sinagra)
Dott. Mauro Giacca Direttore del Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia (ICGEB) di Padriciano (TS)

 Le malattie cardiovascolari sono tuttora la causa più frequente di morte, malattia cronica e disabilità al mondo. Nonostante i grossi passi avanti compiuti negli ultimi decenni nella terapia farmacologica ed interventistica dell’infarto miocardico e dello scompenso cardiaco, più del 50% dei pazienti va incontro ad un progressivo deterioramento della funzionalità cardiaca e delle condizioni di vita. Inoltre, considerando il progressivo innalzamento dell’aspettativa di vita media della popolazione mondiale, la prevalenza di pazienti affetti da malattie cardiovascolari è destinata ad incrementare ulteriormente nei prossimi anni.

Queste considerazioni sottolineano la necessità di nuove terapie per lo scompenso cardiaco in grado di cambiare significativamente la prognosi dei pazienti.

Da alcuni anni la rigenerazione cardiaca si è presentata come una promettente strategia terapeutica e su di essa si stanno fortemente impegnando i ricercatori ICGEB coordinati da Mauro Giacca e Serena Zacchigna in collaborazione con i Cardiologi del Polo Cardiologico di Cattinara.

La strada finora più battuta per ottenere la rigenerazione cardiaca è stata quella dell’utilizzo di cellule staminali di varia origine, dal midollo osseo, dal muscolo periferico, dal tessuto adiposo o dal tessuto cardiaco stesso. Studi pre-clinici molto promettenti hanno destato entusiasmo e fiducia nel successo di tale terapia, ma i numerosi trial clinici che sono stati in seguito intrapresi hanno dato risultati controversi sia riguardo ad endpoint maggiori, quali mortalità a breve a lungo termine, ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, recidive di infarto, sia riguardo ad endpoint secondari, quali miglioramento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro, tolleranza allo sforzo, qualità di vita. Un’altra strada percorsa è quella della terapia genica, la somministrazione tramite vettori virali di geni specifici allo scopo di migliorare la funzionalità cardiaca. Anche in questo caso, purtroppo, i trial clinici non hanno riportato differenze significative nell’outcome dei pazienti trattati rispetto ai controlli.

Una terza strada molto promettente ed al momento attuale ancora in una fase pre-clinica di studio è quella dell’utilizzo dei microRNA per stimolare la rigenerazione cardiaca. I microRNA sono piccole molecole di RNA, normalmente presenti nelle nostre cellule, dotate della capacità di regolare contemporaneamente l’espressione di centinaia di geni. Numerose evidenze hanno già dimostrato che i cardiomiociti dei mammiferi perdono la capacità di proliferare pochi giorni dopo la nascita. La somministrazione dei microRNA permette di far riacquistare ai cardiomiociti di mammiferi adulti la capacità di proliferare: è stato dimostrato che con una singola somministrazione di specifici microRNA dopo un danno acuto a carico del miocardio il tessuto perso può essere sostituito invece che da una cicatrice fibrosa da miocardio funzionale neo-formato. Sono ancora attesi studi clinici in ambito cardiovascolare che permettano di chiarire la loro efficacia, ma gli studi pre-clinici attualmente in corso supportano l’efficacia dei microRNA nel piccolo e nel grande animale e, pertanto, rendono la rigenerazione cardiaca tramite i microRNA una possibile futura strategia terapeutica per lo scompenso cardiaco.

L’efficacia di alcune strategie per stimolare la rigenerazione cardiaca è stata dimostrata in numerosi studi pre-clinici ed il progresso delle conoscenze e delle tecniche rendono la medicina rigenerativa una strada molto promettente per lo sviluppo di future terapie per lo scompenso cardiaco.

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